L’articolo su un “tubone” Motron, pubblicato sull’ultimo numero di Scooter Magazine che andò in edicola ad aprile 2012
La moda dei tuboni, del loro restauro e delle loro elaborazioni sta tornando alla grande. Polini Motori ha rilanciato il prestigioso kit Serie 6000 per Motori Minarelli e Alessandro De Vivo lo ha montato sul suo Motron GL4, che abbiamo provato in pista!
Da un po’ di tempo a questa parte, oltre alle sempre apprezzate Vespa, sta prendendo piede una nuova moda: quella dei tuboni. Negli anni ’80 sono stati i tuboni i veri mezzi da “sparo”, per via della loro leggerezza abbinata alla potenza dei motori plurimarcia elaborati.
Già negli anni ’80, per dirla tutta, un Minarelli P6 elaborato con un kit 75 o 80 cc cross competizione era in grado di erogare circa 18 CV, un valore non lontano da quello di un moderno scooter 70 cc. Una delle elaborazioni più ambite all’epoca era la Polini Serie 6000. Rispetto alle modifiche per Ciao e Vespa costava uno sproposito, ma le prestazioni erano irraggiungibili per gli altri ciclomotori e scooter.
Erogava circa 13,6 CV, abbinato all’espansione giusta e al carburatore con diffusore da 26 mm, e a prestazioni elevatissime abbinava un’affidabilità a prova di quattordicenne fuori di testa. I più bravi con la lima, quelli che sapevano modificare luci e testate, andavano anche oltre e spesso capitava di vedere che un tubone motorizzato Minarelli-Polini le suonava a qualche 125 supersportiva! In fondo, con 18 CV su 50 kg di motorino, si aveva un rapporto peso/potenza mostruoso! Per chi non voleva allargare i carter c’era la versione Serie 5000, 50 cc, in grado di erogare oltre 10 CV.
Fino a 2 anni fa questo kit era fuori catalogo e, sul mercato dell’usato, un vecchio Serie 6000 usato in buone condizioni si pagava anche più di 300 Euro! La Polini Motori, per la gioia di tutti gli appassionati dei classici motori plurimarcia, ha rispolverato gli stampi e rilanciato il kit 6000 per motori Minarelli, riscuotendo subito un ottimo successo.
Alessandro De Vivo ha sempre sognato di rimettere su il suo vecchio Motron con un motore P6 super e, appena ha avuto il tempo di farlo, ha iniziato i lavori, basando la sua trasformazione proprio sul prestigioso kit Polini. E, a lavori ultimati, ci ha offerto di provarlo in pista…
Potevamo rifiutarci?
Classico, ma potente!
Il Motron GL4 usciva di serie con un motore Minarelli P4 a 4 marce, successivamente sostituito dalla versione 3 marce R3GL. Era un tubone di qualità, ben realizzato e altrettanto ben rifinito: all’epoca era un punto di arrivo per tutti i quattordicenni! Alessandro, che ha curato personalmente la preparazione del suo Motron, ha montato un motore Minarelli P6 a 6 marce. Su questo motore, dopo aver barenato l’imbocco dei carter e aver raccordato le sacche travaso con l’ingresso dei travasi sul cilindro, ha montato un kit Polini Serie 6000, più precisamente il 6005.
Il kit in questione si compone di un cilindro in alluminio con riporto galvanico nickel-silicio alesaggio 48 mm e corsa 42 mm. La distribuzione è con aspirazione sul cilindro piston-port, 4 luci di travaso laterali e luce di scarico ellittica. Il pistone è monofascia ad L e la testa, sempre in lega di alluminio, è di tipo emisferico con banda di squish calcolata ed un rapporto di compressione di 13,8/1. La cilindrata è 75 cc e la Polini Motori, sui cataloghi dei tempi, dichiarava una potenza massima di 13,6 CV a 12000 giri/min.
A questo kit Alessandro ha abbinato un carburatore Dell’Orto PHBL28, un’espansione Simonini a corno di bue dell’epoca (altro esemplare conteso a suon di centinaia di Euro sui mercatini internet), accensione Motoplat a rotore interno e trasmissione primaria Minarelli RV4, con ingranaggi a denti elicoidali e frizione rinforzata Top Performances con mollette dotate di maggiore carico. Il cestello frizione è del tipo a 12 tacche con tamburino: l’unica in grado di resistere all’incremento di potenza dato dal kit Polini.
Il resto del Motron GL4 è piuttosto convenzionale, con l’impianto frenante Grimeca a disco, forcella Foral idraulica e ammortizzatori a gas INCA: tra il meglio di quello che si poteva avere 20 anni fa…
In pista
Prima di salire su questo Motron do un’occhiata alle gomme e, soprattutto l’anteriore, è piuttosto datata. Anche la forcella tende a rimanere affondata e gli ammortizzatori posteriori sono scarichi. Completa l’opera il manubrio troppo basso e la leva freno anteriore che, una volta tirata, tocca la manopola.
Però, sentendo cantare il Polini 80 sul cavalletto, nonostante sia più sicuro fare la roulette russa con un revolver carico con 5 proiettili anziché 6, salto in sella e inizio a girare. Praticamente sono senza freni, ma la cosa che rende tutto ancora più tragico è che, per dare gas, bisogna far fare quasi 2 giri alla manopola: questo significa che, dal momento che togli l’acceleratore a quello che riesci a tirare la leva del freno anteriore ci passa una vita.
Decido di rischiarmela lo stesso: la scuola che ho fatto da ragazzino in sella a questi mezzi da sparo sarà servita a qualcosa, no? Ricordo che il mio Motron 80 (motorizzato Minarelli MR6…) non era molto più sicuro di questo, eppure sono ancora qui!
Il motore ha una bella spinta e il carburatore, in questo, da una grossa mano: i motori aspirati in terza luce, infatti, come quelli a disco rotante, vogliono carburatori enormi per garantire il massimo delle prestazioni; sentono molto più di un lamellare un bel 28 o, addirittura, un 30!
La rapporta tura, 13/40, è corta ma, nonostante ciò, la velocità massima che raggiungo con il GL4 e’ sufficiente a costringermi a delle staccate al fulmicotone anche togliendo il gas a metà del rettilineo principale della Pista del Sagittario. Sentire questo motore urlare tutto il suo furore a circa 13500 giri, con l’inconfondibile sound dei motori ad aria con ampia alettatura, è semplicemente inebriante, ma poi bisogna tornare coi piedi per terra e frenare. La gomma anteriore, un pezzo dell’epoca, non da alcun affidamento, la forcella affonda e va a battuta e il freno è al 50% del suo potenziale per via di un tubo in gomma che ha più di 20 anni! Riesco a rallentare quel tanto che serve per fare la curva … Col piede a terra, visto che le pedane sono basse e non si può piegare come con uno scooter, mi diverto a fare dei numeri nel misto stretto e a mettere alla frusta questo P6 che, ormai ne sono sicuro, è troppo corto di rapporto per questa pista. Concludo il turno, rientro ai box e, mentre lascio il GL4 nelle mani del suo proprietario/preparatore, si avvicina un ragazzino: ”Che scooter è questo?”, ci domanda incuriosito dal suo urlo lacerante … lui che è abituato al suono da tagliaerba della sua Yamaha 125 4 tempi. Io e Alessandro ci guardiamo e, all’unisono, gli gridiamo “questo non è uno scooter, è un tubone!”.
Mi sa che c’e’ rimasto male…
Scheda tecnica
Il preparatore
Alessandro De Vivo
Ciclomotore: Motron GL4
Motore: Minarelli P6
Gruppo termico: Polini 6005 alesaggio 48 mm, corsa 42 mm, cilindrata 75 cc
Rapporto di compressione: 13,8/1
Carburatore: Dell’Orto PHBL 28
Accensione: Motoplat a rotore interno
Frizione: rinforzata Top Performances con molle specifiche
Sospensioni e freni
Forcella anteriore: Foral idraulica con steli da 28 mm
Ammortizzatori posteriori: INCA a gas
Freno anteriore a disco Grimeca con comando idraulico
Freno posteriore Grimeca a tamburo
Cerchi da 16”
I nostri rilevamenti
Motron GL4 Polini
0-100 metri
8,738 secondi
Velocità di uscita 86 km/h a 13124 giri/min.
Velocità massima (sul giro lanciato)
97,3 km/h a 12660 giri/min.
Commento
Tenuto conto che si tratta di un kit montato “di scatola”, senza modifica a livello di luci e testata, con una espansione “stradale”, il risultato ottenuto è ottimo, sicuramente paragonabile a quello di scooter con elaborazioni intermedie. La potenza di questo motore, infatti dovrebbe attestarsi sui 13 CV, gli stessi di una elaborazione intermedia di uno scooter motorizzato Minarelli o Piaggio. Contando che il Motron GL4 pesa poco più di 50 kg, contro gli 80 di uno scooter, i conti tornano. Bisogna considerare che la velocità massima è stata raggiunta dopo poco più di 100 metri di rettilineo, in quanto i freni e le sospensioni hanno impedito di tirare fino ai 150 metri per questioni di sicurezza. Sarebbe bello, a questo punto, verificare le prestazioni di un tubone con un motore elaborato al massimo del suo potenziale: siamo sicuri che potrebbe essere una spina nel fianco di tanti scooter, come una volta lo erano delle moto 125 che osavano sfidarli!
Catalogo Polini Serie 6000
La Serie 6000 fu realizzata dalla Polini per trasformare i più diffusi motori plurimarcia degli anni ’80, tra cui Minarelli, Zundapp, Franco Morini, Sachs, Beta e Gilera.
Caratteristiche tecniche kit Polini 6005
Direttamente da un catalogo vintage Polini, ecco la descrizione tecnica del kit 6005. La potenza dichiarata era di 13,6 CV a 12000 giri/min!